Si prova ad usare la Rai per cambiare la memoria del Paese. Per Vittorio di Trapani, Fnsi, è in corso un attacco alle libertà e ai diritti costituzionali

Roberta Lisi da Collettiva

23 aprile 2024 

 

L’arrembaggio a giornali e agenzie di stampa, l’occupazione della Rai come mai si era vista  e gli effetti si vedono: giornalisti, conduttori e artisti che abbandonano l’azienda di servizio pubblico, il gradimento del pubblico che scema, la censura ormai strumento ordinario. Il tentativo non è solo quello di filtrare l’informazione ma, secondo Vittorio Di Trapani presidente Fnsi, sembra che la nuova missione dell’azienda sia quella di mutare il racconto del Paese, stravolgere la memoria condivisa, ridurre le libertà e i diritti costituzionali. Così poi, magari, cambiare la Costituzione mettendo nel dimenticatoio quella uscita e fondata sulla Resistenza e sulla lotta partigiana diventa più semplice. Per Di Trapani occorre una grande mobilitazione di tutte e tutti i cittadini, non corporativa per sconfiggere questo disegno.

Vittorio Di Trapani

La censura a Scurati è in realtà solo l'ultimo dei segnali di occupazione della Rai. Quanto è forte e capillare l’occupazione dell’azienda di servizio pubblico?

Mi ritrovo perfettamente nell’ultimo comunicato dell’Usigrai che ha parlato di “controllo asfissiante”. Purtroppo è esattamente così. Siamo di fronte a un controllo asfissiante e manca sempre di più quell’ossigeno indispensabile in una democrazia che è la libertà di stampa e la libertà di informazione. La vicenda Scurati è solo l'ultima che, peraltro, si tenta maldestramente e miseramente di nascondere dietro vicende economiche; maldestramente perché smentite dai documenti. Vorrei ricordare che le vicende economiche non sono state tirate fuori, quando invece si sono spesi i soldi dei contribuenti per tenere prodotti nel cassetto. Penso a esempio alla trasmissione di Roberto Saviano: la Rai ha comprato il prodotto e l’ha pagato ma lo tiene nel cassetto. Appare evidente che in quel caso la questione economica è passata in secondo piano. Ecco l'impressione, quindi, è che la si tiri fuori in maniera strumentale e all'occorrenza. Detto questo la cancellazione del monologo di Scurati previsto in occasione del 25 Aprile, è un fatto gravissimo.

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